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John William Waterhouse, Windflowers, 1902 |
Ieri mattina. Lascio Pisa in
una luce incerta che piano piano trova coraggio e poi
ancora e ancora. Il nastro grigio della strada dopo qualche chilometro brilla come fosse d’argento
e per questo solo indizio capisco che la primavera è proprio dietro l’angolo.
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Lungo la strada - 5 marzo 2014 |
La sento, la respiro, la vedo
nelle foglie tenere dell’erba, nei nidi nuovi sui rami e nella dolcezza delle
colline in fiore.
primavera
printemps
spring
frühling
ver
έαρ
Mi si scalda il cuore pensando alla primavera e a tutte le metafore gioiose che rende possibili e canticchio mentre l’auto arranca tra
curve a gomito e su per le salite. Apro anche un po’ i finestrini e lascio entrare da fuori i
profumi e il tepore.
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Montecatini Val di Cecina - Il profilo del paese, da lontano e dopo una certa curva, ogni volta mi appare improvviso e diverso - 5 marzo 2014 |
Poi, imboccata la strada ripida e spiraliforme che conduce al mio paese, lo scenario cambia. Il cielo è un pochino più grigio e le nubi assomigliano ad aerei da guerra che corrono verso il loro lugubre dovere. E sembra che persino i fiorellini del ciglio della strada si tirino su i petali, attorno alla corolla, come fossero il bavero di un cappotto
troppo leggero per la stagione. Quando scendo dall'auto subito un vento fortissimo di maestrale mi
schiaffeggia, mi arruffa i capelli, mi fa lacrimare gli occhi e mi costringe a
socchiuderli mentre mi avvolgo in una sciarpa dimenticata nel sedile posteriore
qualche giorno fa. Mi ricordo, allora, di essere un po’ figlia e un po’ sorella
di questo vento scontroso che ha fatto da cornice alla mia infanzia.
Io sono così come sono, con tutte le mie contraddizioni, anche perché l’ho attraversato negli anni.
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John William Waterhouse, Boreas, 1903 |
In quelli più lontani, infatti, quando le raffiche ululavano attorno alle antiche pietre e ai tetti arroccati delle case, me ne
andavo spesso per sentieri solitari, i pugni in tasca e le labbra serrate, fino
a non sentire più rumori di presenze umane, ma solo fruscii di rami; e quel
fischio, quella specie di mugolio di belva feroce che era il rumore del vento. Quel rumore e quell'asprezza mi aiutavano ad ascoltare la mia rabbia e mi permettevano, così, di lasciare poi spazio a nuovi, insperati sentimenti di dolcezza.
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John William Waterhouse, Ofelia, 1889 |
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