In una casa precedente, come alcune altre delle foto successive |
Nella casa del qui e ora, come altre foto successive |
E tra le sciocchezze mi capita di recuperare appunti spersi, originati da questa antica mania che ho di scrivere per fermare su carta virtuale o palpabile le impressioni fugaci, quelle altrimenti destinate a sfuggire come sabbia tra le dita. Appunti come questo che trascrivo e che parla proprio del mettere in ordine la casa.
La casa a cui si riferisce era un’altra e anche la gatta femmina era un’altra, e non c’è più e mi manca e vorrei tanto che ci fosse anche lei insieme agli attuali due e tutti quelli, maschi e femmine, che l’hanno preceduta nel tempo accompagnandomi per un tratto di strada.
In un giorno che non so più di tre anni fa, dunque, scrivevo qualcosa sul perdere e ritrovare oggetti.
"Da un po' di tempo la mia casa necessita di una risistemazione interna. I cassetti, gli armadi, le librerie. Non so come sia successo di ritrovarmi a perdere continuamente oggetti e così mi sono decisa. Stamani, per esempio, ho ritrovato il mio vecchio k-way, quello che volevo portare dietro andando fuori Pisa, qualche giorno fa, e che temevo di avere perso.
Mi chiedo a che serve riordinare ora che so che dovrò per forza cambiare casa tra un anno. Eppure, da qualche giorno, sto dedicandomi a questo, con i telefilm di Hitchcock reperiti su youtube come compagnia; quelli brevi, da 30 minuti e in bianco e nero.
La mia cara Margot, che non c'è più da tre anni |
Perché a volte cerchiamo l’ordine esterno per fuggire alla necessità di mettere a posto le cose dentro, che invece stanno lì, ribelli e disordinate, con desideri che escono fuori dai cassetti mentali e dagli armadi dell’anima dove vorremmo riporre tutto piegato e stirato, profumare di lavanda il passato e incellofanarlo come facciamo con i maglioni da neve."
Anche in questi diversi e più recenti giorni , proprio negli ultimi, non faccio altro che perdere oggetti e poi li cerco freneticamente per ogni dove e ci penso a volte persino la notte.
E mi dico che non è, no, per la necessità di questa o quella cosa che non trovo che mi sgomento, ma proprio per la memoria; per la paura che mi sottragga i ricordi e che quel passato così prezioso e intimo, di cui sono la gelosa custode, perda vividezza e si riduca a immagini sfocate e a labili, effimere tracce olfattive o sonore, che piano piano non sarò più in grado di resuscitare.