martedì 18 marzo 2014

Buoni propositi


Tamara de Lempicka, Autoritratto, 1929
Ieri, appena alzata. Formulo due buoni propositi uno dei quali è il seguente: ricordarmi che la maggior parte delle persone ha una mentalità diversa dalla mia e dunque, in caso di contrasto, spiegare il mio punto di vista con pacatezza.
Poco dopo, per strada. Davanti a me c’è solo un’auto, mentre c’è una lunga fila in direzione opposta. Ecco che mentre già premo l’acceleratore per procedere quell’unica auto decide di fare benzina dall’altra parte della strada e mette la freccia rimanendo ferma. Perché? Perché c’è un’altra auto che potrebbe andare avanti di qualche metro lasciandole il passaggio, ma non lo fa. La ragazza alla guida di questa seconda auto mastica la sua gomma con amplissimi e veloci movimenti delle mascelle e il suo sguardo è vacuo in maniera preoccupante; non è affatto attraente e ha il cellulare incollato all’orecchio. Apro il finestrino e le chiedo se può andare un pochino avanti. Non capisce, mi fa il gesto con la mano del che cavolo vuoi e poi mi ribadisce a voce il consiglio di farmi i fatti miei; e aggiunge che la cosa non mi riguarda.

Tamara de Lempicka, Le due amiche, 1928

Con voce calma le rispondo qualcosa del tipo che nella vita ci sono concatenazioni a volte invisibili e un piccolo gesto può cambiare una serie di altri eventi e forse anche l’esistenza delle persone; a volte. Aggiungo che è anche importante capire se quel piccolo gesto è di natura positiva o negativa perché il bene e il male funzionano come un boomerang. 


Nel suo stupore sbigottito la ragazza dallo sguardo vacuo
 assomigliava un po' a Mary Pickford, una delle più grandi attrici del muto. Era stata migliorata dalla mia spiegazione pacata.
Giuro che ha smesso persino di masticare la gomma, ha spalancato gli occhioni e si è spostata. Il buon proposito ha funzionato! (Mi sono detta così, ma in seguito ho pensato che, forse, mi ha preso per una pazza e secondo il senso comune i pazzi è sempre meglio assecondarli...)

1 commento:

  1. Anche io qualche volta faccio volontariamente il matto per ottenere qualcosa. Altre volte lo faccio perché lo sono. Una volta ho picchiato ripetutamente con l'ombrello una macchina che non mi aveva fatto passare mentre ero sulle strisce pedonali. Se vedete un orso alla guida o per strada a piedi state attenti.

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