sabato 3 maggio 2014

Perché sono uscita, stasera?


Con questa umidità cosa sono uscita a fare? Per fare il  bancomat, per esempio. Ma i bancomat stasera sono resi inagibili da spruzzate di vernice verde e nera, la stessa delle scritte contro il capitale e la finanza (o viceversa) a firma “lotta criminale” (boh). Sarà per questo che ci sono tutte queste camionette di poliziotti, in centro? Mah... 

Gabbiani di Pisa, novembre 2012
Insomma: cosa sono uscita a fare? Forse perché voglio comprare un certo libro. Così vado in una libreria consueta alla sezione letteratura e cerco la consonante del cognome dell’autore. Niente. Cosa sono uscita a fare che non c'è neanche il libro che volevo? Mi sposto a cercarlo in altre sezioni: per argomento, per affinità…, ma ancora niente. Chiedo. Certo che c’è. Mi dicono così e mi invitano a seguirli. E’ nella sezione dei libri in vista dato che è in classifica per un premio. In altre parole è nella stanza dove non ero entrata perché non ci entro mai. E’ quella dei libri obbligatori, esposti in colonne altissime e anche ripetuti in file orizzontali che certamente costano un tot alle rispettive case editrici. E’ la stanza dell’induzione alla lettura di questo o quel libro attraverso la loro esposizione seriale. Guarda quante copie ce ne sono, anche di quello che cerco io! L’avrei trovato anche domani o domani l’altro... Dunque, cosa sono uscita a fare, stasera, che non ne avevo voglia?

Gabbiano di Pisa, novembre 2012
Eccomi passo passo sulla strada del ritorno. Sul ponte detto di mezzo guardo l’acqua del fiume, come sempre, e mi appare strana, inconsueta, tutta un riflesso di nuvole bianche, grigiastre, nere, azzurrine. Alzo gli occhi e le vedo anche in alto.

Nuvole sopra e sotto a Pisa, 3 maggio 2014
Ecco perché sono uscita! Per questo spettacolo delle nuvole sopra e sotto, bellissime, a creare il gioco antico di un mondo raddoppiato. C’è ciò che accade e poi c’è il suo riflesso dentro di noi: cioè il senso delle esperienze che dipende solo dalle nostre scelte.

2 commenti:

  1. Uscire o rimanere in casa. E' un po' una delle domande che compongono la nostra vita. Quante volte ce la siamo posta, questa domanda. L'uomo esce, va FUORI. Il fuori e il dentro, due categorie che ci incatenano. Perché non esci, mi chiedeva mia madre preoccupata per la mia solitudine di quindicenne.

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  2. Perché non esci, mi chiedeva mia madre preoccupata per la mia solitudine di quindicenne. Non voglio andare FUORI, sto bene così. Stare in casa, vai fuori che vedi gente, prendi aria. Dentro di me c'è tanta ricchezza, si può andare su e giù, avanti e indietro, non ci sono semafori, divieti o norme da tollerare, rispettare. Ma FUORI, perdio, quanti ostacoli, un marciapiedi occupato, un temporale improvviso, la polizia che ti chiede i documenti, un tavolino rovesciato.Così passiamo il nostro vivere tra fuori e dentro, senza mai capire il perché ci sia capitata questa scelta continua e dolorosa.

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