Con
questa umidità cosa sono uscita a fare? Per fare il bancomat, per esempio. Ma i bancomat stasera sono
resi inagibili da spruzzate di vernice verde e nera, la stessa delle scritte
contro il capitale e la finanza (o viceversa) a firma “lotta criminale” (boh). Sarà per questo che ci sono
tutte queste camionette di poliziotti, in centro? Mah...
Gabbiani di Pisa, novembre 2012 |
Insomma: cosa sono uscita a fare? Forse perché voglio comprare un certo libro. Così vado in una libreria
consueta alla sezione letteratura e cerco la consonante del cognome dell’autore.
Niente. Cosa sono uscita a fare che non c'è neanche il libro che volevo? Mi sposto a cercarlo in altre sezioni: per argomento, per
affinità…, ma ancora niente. Chiedo. Certo che c’è. Mi dicono così e mi invitano a
seguirli. E’ nella sezione dei libri in vista dato che è in classifica per un premio.
In altre parole è nella stanza dove non ero entrata perché non ci entro mai. E’ quella dei libri obbligatori, esposti in
colonne altissime e anche ripetuti in file orizzontali che certamente costano
un tot alle rispettive case editrici. E’ la stanza dell’induzione alla lettura
di questo o quel libro attraverso la loro esposizione seriale. Guarda quante
copie ce ne sono, anche di quello che cerco io! L’avrei trovato anche domani o domani l’altro... Dunque, cosa
sono uscita a fare, stasera, che non ne avevo voglia?
Eccomi
passo passo sulla strada del ritorno. Sul ponte detto di mezzo guardo l’acqua del
fiume, come sempre, e mi appare strana, inconsueta, tutta un riflesso di nuvole bianche, grigiastre,
nere, azzurrine. Alzo gli occhi e le vedo anche in alto.
Nuvole sopra e sotto a Pisa, 3 maggio 2014 |
Uscire o rimanere in casa. E' un po' una delle domande che compongono la nostra vita. Quante volte ce la siamo posta, questa domanda. L'uomo esce, va FUORI. Il fuori e il dentro, due categorie che ci incatenano. Perché non esci, mi chiedeva mia madre preoccupata per la mia solitudine di quindicenne.
RispondiEliminaPerché non esci, mi chiedeva mia madre preoccupata per la mia solitudine di quindicenne. Non voglio andare FUORI, sto bene così. Stare in casa, vai fuori che vedi gente, prendi aria. Dentro di me c'è tanta ricchezza, si può andare su e giù, avanti e indietro, non ci sono semafori, divieti o norme da tollerare, rispettare. Ma FUORI, perdio, quanti ostacoli, un marciapiedi occupato, un temporale improvviso, la polizia che ti chiede i documenti, un tavolino rovesciato.Così passiamo il nostro vivere tra fuori e dentro, senza mai capire il perché ci sia capitata questa scelta continua e dolorosa.
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