sabato 10 maggio 2014

Ombre nel corridoio condominiale.


Le cassette della posta condominiali (del non ancora).
Ci sono due settimane e mezzo di tempo che sembrano brevissime e infinite prima del trasloco. In questo momento di interregno non so dove pensarmi, come immaginare il futuro. Qui da dove ora scrivo, nel divano di sempre, con il portatile sulle gambe e i gatti vicini, non sarò più; e là è il dominio del non ancora.


Ulisse dormiente nello sfondo del qui e ora.
Da tre mesi, ormai, porto me stessa, diligentemente, nella casa-cantiere; lo faccio tutti i giorni e più di una volta, quando serve, per visionare lavori di cui non m’intendo. Mi guardo attorno, mi muovo cercando di immaginare il posto delle pentole o quello dei biscotti e intanto accendo e spengo senza motivo, solo per allenarmi, gli interruttori appena collocati. Non sto mai ferma, in effetti, tra quelle mura che sanno di tinteggiatura recente. Indugio sempre un po', invece, se non incrocio nessuno, nel corridoio da basso, quello che divide il dentro, abbastanza ben messo, del palazzo, dal famigerato fuori del quartiere che fra non molto sarà il mio.

Pianta condominiale del poi (una di due) e sua ombra
più l'ombra di Io-me che fotografo le ombre
In quel "fuori", sulla destra, si raccolgono un po’ di disgraziati della terra; nerovestiti, con la sigaretta appesa tra le labbra e le dita gialle di nicotina, sono difesi, come da una barriera invisibile, dall’alone dell’alcool che crea una sinuosa scia olfattiva tutto attorno a loro. Stanno lì, attratti dal minimarket con prodotti a basso prezzo, finché c’è il sole. Poi svaniscono non si sa dove quando il negozio chiude, seguiti, talvolta, da quei loro cani grandi e pigri, con il pelo quasi arruffato e l’aria, però, incredibilmente soddisfatta. Intanto, sopra, al terzo piano nel quale abiterò fra poco, ci sono i colori nuovi e gioiosi che ho scelto per alternarli al bianco avorio di molte pareti. Sopra i colori della voglia di vivere e stare bene e l'azzurro di un cielo che sembra quasi a portata di mano; sotto, a pochissima distanza e in crudele contrasto, il nero, i diversi toni del grigio e la messa in scena della morte di ogni speranza.
- Sei matta a scegliere quella piazza? 
Rispondo che a me, invece, piace vedere l’orologio della stazione dalle finestre della sala e dalla soglia della cucina. Quando abiterò lì potrò calcolare con quello il tempo della cottura della pasta. Ed ecco che pensando questo piccolo gesto quotidiano riesco a  immaginarmi tra le cose consuete e i miei due gatti che mi si strusciano ai polpacci e rischiano di farmi cadere attraversandomi il cammino. Chissà come sarà.
Ombra di portone e ombra di pianta 
condominiale (una di due) del non ancora.
Solo del corridoio in fondo alle scale posso essere sicura; lì in basso sarà così come è ora e questa è l’unica certezza fisica del mio futuro tornare a casa la sera.


Riassunto delle ombre nel corridoio condominiale del poi
Le due piante dell’ingresso condominiale ricamano ombre strane nel muro, tra quella del primo portone e quella del secondo, e nell'insieme sembra quasi che ci sia una tenda. Ed è un po’ come nella caverna famosa del filosofo, che non hai mai la certezza di quale sia la realtà più affidabile.


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