giovedì 3 luglio 2014

Cose che spariscono nel nulla


Dopo una via crucis per le volture delle utenze, fatto il contratto per la luce, domiciliate le bollette perché così non le scordo, aggeggiato online in merito eccetera, mi arriva un cartaceo da firmare per ratificare tutta la procedura; cartaceo che mi si chiede di rispedire, firmato, per posta.
 Nientepopòdimenoche: a Potenza!



Da una settimana quella busta chiusa va avanti e indietro nella mia borsa perché non trovo cassette della posta. Così, stamani, sono uscita tenendola tutta ormai sgualcita tra le dita con la ferma intenzione di non distrarmi lungo il percorso per individuare una buca delle lettere. Morale della favola: l’unica rimasta di quante conoscevo risulta sia quella di piazza Garibaldi e lì, finalmente, ho imbucato. Ma perché le hanno tolte? Che fastidio davano? Creavano un clima di non sufficiente modernità? Io, per me, non le userei per niente, ma se ci viene chiesto come dobbiamo fare?!?




Ricordo ancora quando sparirono le cabine telefoniche obbligando tutti quanti a comprarsi i cellulari. Ieri l’altro, passeggiando non a Pisa, ne ho vista una. “Guarda, guarda, una cabina del telefono!” Mi sono sentita quasi urlare, stupita.




Sparite anche le sale d’aspetto nelle stazioni (su questo mi sono già lamentata tante volte) per obbligarci a visitare i negozi tutti uguali che ne hanno preso il posto e, quel che è peggio, murate per sempre anche le toilettes già esistenti sui treni. Ora ce ne sono due, una in testa e una in coda, e peggio per voi se sono chiuse. Mah. Permangono a ogni carrozza solo sulle frecce rosse, argento e simili supertreni.



Piccole cose. Quisquilie. Inezie. E' il progresso. Così penseranno quasi tutti. Io, però, sento un brivido di malinconia cercando le immagini di buche delle lettere, cabine del telefono e sale d'aspetto delle stazioni. Non provo rimpianto per le cose perdute che costituivano parte della nostra cornice urbana di vita, ma per l'idea che veicolavano; quella, cioè, del servizio condiviso, del bene d'uso comune a tutti, poveri o ricchi, sani o malati. Ora, invece, tutto è privato e a esclusiva misura del singolo. 

2 commenti:

  1. Stiamo volutamente confondendo causa ed effetto?

    Secondo me la frase "Ricordo ancora quando sparirono le cabine telefoniche obbligando tutti quanti a comprarsi i cellulari" andrebbe riscritta in "Ricordo ancora quando arrivarono i cellulari e causarono la scomparsa delle cabine telefoniche".

    I cellulari sono il meteorite che ha causato l'estinzione di massa delle cabine telefoniche del Cretaceo.

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    1. Il rovesciamento è voluto...Sono arrivati i cellulari e per alcuni non servivano più le cabine. Io non volevo comprarne uno, all'inizio, e sono stata poi costretta a farlo dalla sparizione delle cabine. Lavoravo in un'altra città, all'epoca, dunque pendolavo, e mio figlio era molto piccolo. :) Naturalmente ora sono fra i tanti che usufruiscono della comodità del cellulare..., ma non scordo la piccola storia personale, che penso non sia solo mia. O compri anche tu il cellulare o non telefoni se non da casa! :)

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