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Montecatini Val di Cecina, Il Margone, 2012 |
Da
piccola mi piaceva molto guardare i cerchi concentrici che si creavano attorno
ai sassolini gettati nell’acqua. Ero come ipnotizzata dalla magia di
quell’espandersi di tracce rotonde e tremule che svanivano presto, ma che potevo
generare di nuovo a mio piacimento.
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Montecatini Val di Cecina, Il Margone, 2012 |
C’era un laghetto, a circa un chilometro e mezzo
dalla mia casa, e lì andavo a meditare sull’effimero (i cerchi tracciati
nell’acqua che subito svanivano) e sull’eterno, dato che potevo, appunto, ricrearli
all’infinito.
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Montecatini Val di Cecina, Il Margone, 2013 |
Per
lo stesso motivo mi sono sempre piaciute le linee spiraliformi, eternamente uguali a
se stesse e ogni volta differenti.
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Giuseppe Momo, Le scale a spirale dei Musei Vaticani, 1932 |
A
questo pensavo, qualche sera fa, mentre ammiravo certe linee curve tracciate
sulla sabbia. Poiché era l’ora del tramonto mi interrogavo anche sull'animo di chi le aveva
create chiedendomi se fosse più poetico o più filosofico o definito
dall’intreccio di entrambe le dimensioni.
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Versilia, luglio 2014 |
Poi
sono stata catapultata nel principio di realtà da una voce che sembrava arrivare da un'altra dimensione e dall'esortazione piuttosto
rozza: “Aho’, ma ‘un lo vedete che c’ho digià rastrella’o!".
Ecco:
io ci rimango male quando capitano cose così; come se qualcuno, senza alcun motivo, mi desse uno schiaffo o mi sputasse in faccia.
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Versilia, luglio 2014 |
Lo so, può sembrare un aneddoto insulso da raccontare, ma non so perché, invece, mi viene da ripensarci e mi sembra quasi emblematico. Quando capita - e non è raro - qualcosa del genere, è come se scoprissi
traumaticamente ciò di cui sono consapevole fin da bambina. Mi rendo conto, cioè, che la maggior
parte delle persone vede solo la superficiale e piatta apparenza delle cose e
non l’alone di magia di cui possono brillare; e che non è molto diverso lo
sguardo pigro ed egocentrico che le persone così gettano sugli altri esseri viventi, compresi quelli che credono di amare.
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Gustav Klimt, L'albero della vita, 1905-1909 |
In realtà credo che questo piccolo racconto porti con sé qualcosa di molto profondo,
RispondiEliminacomunque, grazie, guardando le immagini, il tramonto e leggendo le parole,
l'idea della spiaggia rastrellata per dovere, passa di mente.
Qualcuno ha davvero il diritto di toglierci ciò che vediamo dagli occhi?per sostituirla con qualcosa di universale?