martedì 22 luglio 2014

Precipitando nel principio di realtà


Montecatini Val di Cecina, Il Margone, 2012

Da piccola mi piaceva molto guardare i cerchi concentrici che si creavano attorno ai sassolini gettati nell’acqua. Ero come ipnotizzata dalla magia di quell’espandersi di tracce rotonde e tremule che svanivano presto, ma che potevo generare di nuovo a mio piacimento.

Montecatini Val di Cecina, Il Margone, 2012
C’era un laghetto, a circa un chilometro e mezzo dalla mia casa, e lì andavo a meditare sull’effimero (i cerchi tracciati nell’acqua che subito svanivano) e sull’eterno, dato che potevo, appunto, ricrearli all’infinito.

Montecatini Val di Cecina, Il Margone, 2013
Per lo stesso motivo mi sono sempre piaciute le linee spiraliformi, eternamente uguali a se stesse e ogni volta differenti.

Giuseppe Momo, Le scale a spirale dei Musei Vaticani, 1932
A questo pensavo, qualche sera fa, mentre ammiravo certe linee curve tracciate sulla sabbia. Poiché era l’ora del tramonto mi interrogavo anche sull'animo di chi le aveva create chiedendomi se fosse più poetico o più filosofico o definito dall’intreccio di entrambe le dimensioni.

Versilia, luglio 2014
Poi sono stata catapultata nel principio di realtà da una voce che sembrava arrivare da un'altra dimensione e dall'esortazione piuttosto rozza: “Aho’, ma ‘un lo vedete che c’ho digià rastrella’o!".
Ecco: io ci rimango male quando capitano cose così; come se qualcuno, senza alcun motivo, mi desse uno schiaffo o mi sputasse in faccia.

Versilia, luglio 2014
Lo so, può sembrare un aneddoto insulso da raccontare, ma non so perché, invece, mi viene da ripensarci e mi sembra quasi emblematico. Quando capita - e non è raro - qualcosa del genere, è come se scoprissi traumaticamente ciò di cui sono consapevole fin da bambina. Mi rendo conto, cioè, che la maggior parte delle persone vede solo la superficiale e piatta apparenza delle cose e non l’alone di magia di cui possono brillare; e che non è molto diverso lo sguardo pigro ed egocentrico che le persone così gettano sugli altri esseri viventi, compresi quelli che credono di amare. 
 
Gustav Klimt, L'albero della vita, 1905-1909

1 commento:

  1. In realtà credo che questo piccolo racconto porti con sé qualcosa di molto profondo,
    comunque, grazie, guardando le immagini, il tramonto e leggendo le parole,
    l'idea della spiaggia rastrellata per dovere, passa di mente.
    Qualcuno ha davvero il diritto di toglierci ciò che vediamo dagli occhi?per sostituirla con qualcosa di universale?

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Scrivere in un blog è come chiudere un messaggio in una bottiglia e affidarla alle onde. Per questo i commenti sono importanti. Sono il segno che qualcuno quel messaggio lo ha raccolto. Grazie in anticipo per chi avrà voglia di scrivere qui, anche solo e semplicemente per esprimere la propria sintonia emotiva.