L'arte della felicità, Alessandro Rak, 2013 |
Il marciapiede è uno dei più larghi di Pisa, pioviggina e sono senza ombrello. Qui le auto non sono incolonnate come accade in pieno centro quando piove. Sfrecciano come se fossero a Monza. Un'auto di quelle da ricchi non evita la pozzanghera vicina a me e mi ritrovo fradicia fino ai fianchi compresi, scarpe e tutto. Può succedere, non mi deve avere visto. Però, dopo pochi metri, alzo le braccia per segnalare che esisto vedendo arrivare, anzi, sfrecciare, un'altra auto di quelle potenti.
L'uomo alla guida non rallenta, anche se mi ha visto, e questa volta la conseguenza è che mi ritrovo bagnata anche di sopra, capelli compresi, occhiali e tutto. Inveisco ripetutamente contro di lui nel turpiloquio colorito della Toscana e mi trovo costretta a tornare a casa per asciugarmi e cambiarmi.
L'arte della felicità, Alessandro Rak, 2013 |
L'arte della felicità, Alessandro Rak, 2013 |
L'arte della felicità, Alessandro Rak, 2013 |
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