Carissima,
te l’ho detto subito: la notte
i gatti non dormono nel mio letto. Possono farlo di giorno, in mia presenza o
in mia assenza, ma la notte - ormai l’ho verificato tante volte - mi svegliano,
vengono a controllare il respiro e si accertano, forse, che sia ancora viva, spingono le mie gambe in spazi esigui al bordo del letto, giocano con i miei piedi
come fossero topi…No, non se ne parla davvero!
Però sai bene che ho fatto due
eccezioni, contigue e recenti: l’ultima notte nella vecchia casa, prima del
trasloco, e la prima in questa. Perché volevo rassicurarvi per lo scompenso del
gran carosello degli oggetti e mobili e di noi stessi bipedi.
Ulisse l’ha fatta un po’ più lunga, è un
“gattorso”, è nato in montagna; tu, invece, ti sei immediatamente adattata, curiosa e
aperta di carattere come ti sei mostrata fin da subito.
Ecco, spero che in alcune delle prossime
notti verrai a trovarmi, mentre dormo, che abiterai qualche volta nei miei
sogni. Credo che poi, nel dormiveglia, ti sentirò muovere leggera, sul mio
letto, qualche timido passo; forse mi sembrerà che tu posi il nasetto umido sul
mio volto e sono sicura che non mi dispiacerà se interromperai il mio sonno.
Ogni tanto, sai, cara piccola Margot, in
sogno o nel dormiveglia, mi vengono a trovare anche le persone a cui sono stata
legata e che come te dormono di un altro e più profondo sonno. Mi chiedono di
me e io racconto, domando pareri o consigli, faccio battute e condivido risate.
Poi, al risveglio, mi sento un po’ strana e per qualche ora mi resta dentro come una specie di consapevolezza profonda del fatto che niente di ciò che amiamo si perde davvero. Magari si trasforma e vive di un’altra vita abitando dentro di noi, nei nostri giardini segreti.
Stanotte schiacciavo rabbiosamente
l’acceleratore della mia piccola auto blu e passando in mezzo a due ali di pini,
dalle folte chiome scure, giuravo a me stessa che ti avrei riportata a casa
sana e salva perché qualcuno avrei trovato capace di compiere quella specie di
miracolo. E ti parlavo, come ero abituata a fare, per tranquillizzarti.
Varcando la soglia di casa, alle quattro
di notte e con il trasportino vuoto, ho provato una pena acuta che mi sembrava
nuova, anche se sapevo che non lo era.
Ora sei con gli altri micini che ho
amato, nello stesso giardino. Prima di ripartire per tornare a casa ti pensavo
e li pensavo mentre mi lasciavo avvolgere dall’odore delle foglie e della terra
e osservavo la luna, alta e bianca nel cielo; e pensavo che non mi è mai
sembrata così fredda e distante.
Carissima piccola Margot, per me l’amore
non contempla gerarchie, non ci sono amori più nobili e altri meno, affetti
sacri e altri di accatto.
C’è un solo modo di volere bene.
Questa lettera alla piccola Margot mi ha veramente lasciato il segno....io amo molto gli Amici pelosi! Sono commossa, sono delle belle parole! E stia serena Antonella che la sua micina verrà a trovarla e comunque vada abiterà sempre nel suo cuore!
RispondiEliminaHo letto solo ora questa bella lettera che hai scritto alla tua Micia. Verrà a trovarti e la sentirai vicina come succede a me con la mia Nella, con Cenerina e con Bianchina. Voglio raccontarti una cosa: stanotte tornando a casa in macchina, poco dopo mezzanotte, ho intravisto sulla Via di Gello una piccola forma immobile più o meno nel centro della strada. Ho sterzato all'improvviso per non schiacciare l'animalino che giaceva sull'asfalto facendo spaventare mio marito seduto di fianco a me. Ho deciso che volevo andare a vedere cosa fosse quella creatura e se era ancora viva, così sono tornata indietro di qualche metro e sono andata a vedere...era una piccola volpe, giovanissima ormai morta. Ma sembrava che dormisse, aveva il corpicino un po' acciambellato e la testina appoggiata sulle zampe anteriori, allungate. Non c'era neanche una goccia di samgue, allora, nonostante le macchine che andavano su e giù naturalmente senza fermarsi abbiamo preso il telo che copre il sedile posteriore della macchina e su cui sta il mio cane e l'abbiamo avvolta e appoggiata in questo suo improvvisato sudario nel campo lungo la strada era ancora calda e si è abbandonata proprio come se dormisse. Lontana dal pericolo di essere investita e schiacciata senza pietà. Stamattina, come una stupida, sono tornata, prima di andare al lavoro, a vedere se la volpetta era ancora lì o se per un qualche miracolo fosse uscita da quel sonno mortale e avesse lasciato il suo giaciglio. Era ancora li...l'ho salutata e ho pensato che comunque l'avevamo tolta da una fine indegna di lei e della sua bellezza. Povera creatura innocente che si è trovata ad attraversare una via dove un autista senza attenzione l'ha investita e lasciata sull'asfalto.
RispondiEliminaCara Antonella, la tua lettera mi ha profondamente toccato l'anima. Ho amato i miei gatti, i miei bambini mai cresciuti, e ancora adesso, - sono passati molti, molti anni-, li sogno. A volte sento, proprio come te, quel piccolo peso sui miei piedi, sul mio letto... o vedo la forma piccola e tenara accovacciata in attesa accanto alla mia porta, che tendo ancora socchiusa, come allora, perché possano venire, di notte. Proprio come facevo con i miei bambini. Anche questo sentimento di amore verso gli animali é qualcosa che unisce gli umani, che dovrebbe unire almeno, perché ci dá la misura della nostra sola superioritá su di loro: noi possiamo difenderli, curarli, amarli e ricordarli sempre. Ti abbraccio, mia cara. Ada.
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