mercoledì 29 gennaio 2014

Un ragazzino di ottanta anni.


Antonio Possenti ritratto da Aurelio Amendola
nel suo studio di Piazza anfiteatro a Lucca
Finirà tra una settimana la bellissima mostra per gli ottanta anni di Antonio Possenti che ho visto oggi a Lucca. Si tratta di opere molto legate al segno grafico attraverso le quali emerge un volto meno noto dell’artista: quello che nel titolo della mostra e nella postfazione al catalogo egli stesso definisce come “l’altra parte”. Qui il link alla mostra.


L’altra parte di noi è il giardino segreto nel quale è riposto il nostro diritto al nascondimento, cioè a non essere del tutto compresi. E' la coloritura intima dei nostri sogni e desideri che dovremmo custodire dentro e nello stesso tempo imparare a condividere almeno un po', ma senza tradirla.
Antonio Possenti, Mappa di viaggio n.9 (particolare), 2013
Come avviene nel sogno, l’universo della psiche, profondo più del più vasto degli oceani, ibrida dettagli e cornici, uomini, e animali di altre specie, mondo dei viventi e mondo dell’inanimato senza gerarchia e senza che i fili della connessione logica prevalgano sulla giustapposizione dolce e disordinata che caratterizza l'immaginario. 
Antonio Possenti, Il pescatore, 2012
E’ il caos. Di pesci e sirene, di uomini con i funghi che crescono al posto dei capelli o con i piedi che si fanno ali, di ballerine con i seni rotondi e i capezzoli rosei, di mostruosi animali grotteschi e di farfalle giganti e di trottole.
Antonio Possenti, Per Alice, 2011
Antonio Possenti arriva a piedi, sorreggendosi su due bastoni; si siede, posa il cappello nero dietro di sé e ci parla di questa sua mostra. I due bastoni sono anche rappresentati, con lui in mezzo, quasi giganti animati che lo sovrastano. O sostituiti da una coppia di amici dal corpo umano e dal volto animalesco e poi da un duo di badanti.
Antonio Possenti, Autoritratto con due bastoni, 2013

L’autoritratto con i due bastoni fa pensare a un altro assai famoso: quello che Goya, malato e ancora più avanti negli anni, dipinse tra il 1825 e il 1828 e sul quale scrisse che a quell’età e canuto e curvo, stava imparando.
F.Goya, Aun aprendo, 1825-28
Lo sguardo attento e la parola intelligente di Antonio Possenti fanno pensare a un ragazzino che ha avuto la fortuna di mantenersi tale quanto a curiosità e a gioia di immaginare la vita.
Antonio Possenti
E infatti scrive di custodire gelosamente e teneramente memorie, sogni e visioni.

“Ma gli anni passano – scrive subito dopo – e la natura vuole riscuotere i suoi crediti: la mano comincia a tremare, l’occhio vede e non vede. Incombe la fatica improvvisa e crudele. Ormai ho capito e deciso: voglio essere sempre più stanco. Tanto stanco che, un giorno, non mi accorgerò di continuare a disegnare con una matita senza punta. Verrà, allora, la materna carezza della fine”.

Sono parole coraggiose e un po' malinconiche.



Però, nella dedica sul frontespizio del catalogo, disegna per me un poetico autoritratto: è aggrappato a un aquilone e sembra proprio che stia per iniziare altri viaggi nei sentieri, giovani, dell’immaginazione.
Antoni Possenti, Mappa di viaggio n. 3 (particolare), 2013


2 commenti:

  1. Non ho trovato foto delle opere esposte in questa mostra, in rete. Queste lasciano molto a desiderare perché sono state scattate dalla mia macchina, non di grande valore, e senza flash. Salvo un paio non sono nemmeno quelle che avrei scelto, ma quelle che sono venute meno peggio...

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  2. Trovo il suo lavoro veramente interessante, le mappe dei viaggi poi hanno per me un fascino incredibile, parlano di terre lontane e creature meravigliose, del fascino che l'ignoto dà alle storie e alle leggende che se ne nutrono, dell'infinita fantasia che può essere generata da una conoscenza finita... Belle, bellissime mappe.

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