sabato 26 dicembre 2015

L'ironia ci salverà.



Tornanti, strade strette e scoscese, aridità, polvere, vestiti laceri, fame, paura, odore di morte; se non bastasse tutto questo c'è anche la minaccia delle mine che rende ogni cosa o luogo inaffidabili mentre l’acqua, il bene primario per la sopravvivenza, è trasformata in strumento di ricatto. E’ la guerra, baby.


La guerra vera, non quella della playstation o edulcorata dagli schermi televisivi; la guerra vera che non risparmia niente e nessuno e che fa diventare tutti egoisti e cattivi, ognuno identificato con il proprio aggressore. 



Persino i bambini si dividono rigidamente in gerarchie di prepotenza; a 10 anni puoi usare violenza su bambini più piccoli per derubarli e a 14, quando ormai sei adolescente, puoi rifarti su bambini di 10 anni e così via. Non è per il bottino misero – nel film è un pallone da calcio mezzo sgonfio – ma per il principio.




I gruppi, le piccole comunità, i microcosmi, rispecchiano sempre qualcosa di più grande, un intero mondo, perché li unisce il comune sguardo sulle cose e la concezione che si ha dell’esistenza. Si può ridere o fare dell'ironia in situazioni drammatiche? La risposta negativa o affermativa a questa domanda traccia una linea di confine tra due diversi modi di considerare il rapporto tra gioia  e dolore e la vita stessa.



Si può scherzare con la paura, con il dolore, persino con la morte? Io penso di sì, che si possa farlo.  Credo che il film mi sia piaciuto in primo luogo per questo. Perché fulcro del film  è l’ironia, senza la quale la stessa intelligenza risulterebbe inservibile e arida. 




E' l’intelligenza emozionale, non quella formale e astratta, che ci aiuta ad attraversare i terreni minati della vita convivendo con la paura, con il dolore e con la nostra fragilità. E proprio l’ironia, anche quella rivolta su se stessi, è la sua arma più potente.

5 commenti:

  1. Più divertente di M*A*S*H?

    Più bello de La vita è bella?

    Io stasera ho visto invece un altro film di guerra: Il treno. Un filmone del '64 con Burt Lancaster e Jeanne Moreau. Classico. Prevedibile. Solido.

    Tra i tanti film di guerra che ho visto quelli che mi sono rimasti più impressi sono tre: Salvate il soldato Ryan (in questo film più che in qualunque altro ho capito e "visto" cosa sia stata veramente la 2^ guerra mondiale) e la coppia di film Flags of Our Fathers e Lettere da Ivo Jima di Clint Eastwood (la stessa guerra vista da due opposti punti di vista).

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    1. Mi dispiace prenderne atto, ma non ho visto "MASH " e nemmeno "Il treno"...Il paragone con La vita è bella, invece, non mi riesce farlo, pur avendo in comune con "A perfect day " proprio l'idea dell'ironia.
      Quanto ai film sulla guerra: i tre che ti sono rimasti impressi mi piacciono tutti molto. Se dovessi selezionarne tre io, però, oltre a "Salvate il soldato soldato Ryan", che anch'io metterei in testa, sceglierei "Platoon" di Oliver Stone e "Kagemusha" di Kurosawa.

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    2. Mi ero scordata "Full Metal Jacket". Tutte le volte che devo fare un trio di qualcosa mi vengono sempre quattro elementi.

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  2. Full Metal Jacket, certo!
    Ma allora anche Apocalypse Now (che ha contribuito a farmi scoprire la Cavalcata delle valchirie e l'odore del napalm al mattino).
    Forse a questo punto sono troppi...

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    1. I 4 miei più gli altri 2 tuoi più Apococalypse Now a cui non avevo pensato fa 7. Troppi. Ah già, 7 come "I 7 samurai": così si va a 8! Non ne usciamo più! ;)

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