domenica 28 giugno 2015

Guardando l'orizzonte

Una rosa in riva all'Arno - giugno 2015
Sto riprendendo il mio passo. Non mi riferisco solo al passo dello spostarsi fisico perché per quello ci vuole ancora un po’ di pazienza e di fisioterapia, ma a uno di altro tipo. E' il passo legato all'attraversamento del tempo, alla capacità di tenere il passato dentro, ma non come zavorra che ti impedisce di credere in un sorriso o in uno sguardo ricambiato.


E' la stessa capacità che permette di vivere il presente per le gioie che porta e il futuro tollerando le inquietudini e l'incertezza. 



Non mi fido delle persone che non hanno tempo per un sorriso, per una parola gentile, per una stretta di mano. Ai miei occhi le persone avare del proprio tempo finiscono presto per non avere più alcun fascino. Mi piace, invece, chi ha il coraggio di perdere tempo per fare felice un'altra persona o per dedicarsi a qualche attività che almeno apparentemente e nell'immediato non porta benefici materiali. Del resto, il più bel regalo che si possa fare a qualcuno a cui si tiene, è proprio un po' del nostro tempo, di cui siamo così gelosi. 


Fra un mese o poco più dovrei avere ripreso del tutto il mio passo anche nel camminare fisico. Per fortuna, dato che camminare mi aiuta moltissimo a fare i conti con il tempo, dunque a spostarmi anche metaforicamente. 
Camminare mi rende possibile ripensare in maniera più profonda le mie piccole o grandi esperienze, tuffarmi nel passato e ritornare nel presente, prendere decisioni importanti e fornire di senso quello che si presenta alla mente come confuso e disordinato.

Il paese in cui sono cresciuta fotografato molto,
molto prima che io nascessi
Camminando mi capita di voltarmi a guardare la mia ombra come se fosse un’altra me che mi segue con silente pazienza. Mi sono voltata, non di rado, per paura che dietro non ci fosse niente e certe volte, invece, ho visto mia nonna e mia madre che preparavano le torte e sorridevano guardando fuori dai vetri la neve del Natale e gli alberi ricamati a festa.



Mi sono voltata, nei momenti di malinconia, e ho visto la mia gatta Sibilla che mi correva incontro. Ho sorriso ancora una volta delle sue lunghissime vibrisse e della coda sinuosa e stupita. Allora mi sono sentita tutta consolata anche se non ho potuto carezzarla prima che fuggisse nei luoghi dove dorme il suo sonno diverso.

Sibilla sul mio tavolo nella vecchia casa - 2012
Mi sono voltata, nei momenti di stanchezza, e ho visto le mie gambe magre di bambina tutte sbucciate ai ginocchi e maculate. Correvo, cadevo sulla ghiaia, a volte su cigli urticanti o sui rovi, ma mi rialzavo svelta e correvo ancora, correvo sempre.




Mi sono voltata, quando ho sentito venire meno il coraggio, e ho visto la neve alta tra le case di pietra dell’infanzia e me stessa su slittini poveri e improbabili, fatti di cassette da frutta, giù per la discesa ripida da via S. Antonio, da dove gli adulti non ci avrebbero visti. Ho riascoltato le nostre voci bambine, le urla e le risate mentre rischiavamo di romperci l’osso del collo solo per un gioco. Mi sono voltata, poi, nei momenti di difficoltà, e ho visto me stessa ragazza viaggiare senza un soldo con l’autostop e dormire dove capitava, mangiando pane e risate.

Dalla storia "Il gatto che se ne andava da solo",
scritta e illustrata da Rudyard Kipling, 1902
E' davvero ora che riprenda il mio passo, a volte solitario, ancora e ancora guardando l’orizzonte.


2 commenti:

  1. E' stato piacevole e malinconico leggere queste parole personali e sincere. Credo che ci voglia molto coraggio per guardare indietro e riuscire a vivere nel presente recuperando il nostro passato, i momenti belli e quelli brutti, i compagni di viaggio che vivono solo nei nostri cuori ormai. Guardare indietro a vecchie abitudini, luoghi, profumi, emozioni che ormai si sfumano con gli anni, ma che rimangono vivide in qualche parte di noi. Credo anche che sia essenziale accettare ogni parte di noi e di quello che siamo stati in ogni momento della nostra vita, senza rinnegare alcuna fase che ci ha permesso di essere quello che oggi siamo.
    P.s. Bellissima Sibilla!
    Grazie della lettura,
    Alisia.

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  2. La grande passeggiata del cuore, quando pian piano riprende a suonare con il suo ritmo lieve e leggero

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