martedì 14 ottobre 2014

Fake, fastidi, banalità.


Tempo fa mi sento dire:
- Ma dimmi la verità, dato che io non ci credo, eri tu Cosimo Scarpitta?"
- Ehhhh? Che????? E’ un mio ex studente, precario, amico anche su facebook...
- Non c’è più su facebook. Alcuni dicono che eri tu, ma  a me sembra strano.
Così, davanti a un caffè, scopro che l’amico di facebook che credevo di conoscere e che si era fatto molto notare su diverse bacheche, commentando spesso post relativi all'università, quello che a volte, se la discussione mi coinvolgeva, poteva dichiararsi d'accordo con me, era un fake;  e scopro che ha chiuso il profilo da un po', anche se non ci avevo fatto caso. Avrei dovuto capirlo subito. Cosimo Scarpitta: Cosimo è il nome del barone rampante; Scarpitta il cognome di chi aveva ispirato la storia a Calvino...E poi, in effetti, non c'era una foto, un'informazione che lo facesse individuare.



Passa il tempo, mi scordo la cosa. Fino a che ieri pomeriggio la voce che lui sia io o io lui torna fuori casualmente e per scritto. Lì per lì mi arrabbio, perché non mi sono mai nascosta dietro nessun nome falso e ho sempre espresso i miei pensieri senza bisogno di protezioni. Tutta la mia vita l’ho vissuta così, a viso aperto, con franchezza e senza paranoie. 
Accarezzo per un po’ persino l’idea di rivolgermi alla polizia postale..., ma per chiedere che faccia cosa, esattamente? Ci penserò.
In seconda istanza mi chiedo se non sia il caso di togliermi da facebook. Ma non risolverei niente e in più mi sarei lasciata condizionare nelle mie scelte, cosa che non sopporto. In terza istanza decido di infischiarmene e limitarmi a questo piccolo sfogo. Lasciando che i cretini dialoghino con i cretini e io con chi è meno scontato e più coraggioso di loro.

Fritz Lang, Furia, 1936
Però sono ancora un po' arrabbiata. Ce l'ho con la banalità di alcune persone e con il loro pensiero semplificato. Con la poca intelligenza del loro sguardo, con la ristrettezza della loro mente. Vorrei che almeno non fossero studenti. Mi dispiacerebbe  pensare che sono già così banali, alla loro età. Purtroppo, infatti, qui non si sta in alto a guardare la terra, come Cosimo di Rondò, quello vero. Qui si rasenta il suolo.

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