martedì 10 dicembre 2013

L'algoritmo per riconoscere l'anima gemella?

Si afferma in un articolo de Il Mattino  che qualcuno avrebbe scoperto un algoritmo per riconoscere la nostra anima gemella.
E' una ridicola pretesa quella di trovare algoritmi per tutto ed è grottesca la ricerca ossessiva e impossibile di sicurezza assoluta, che in questo caso si traduce in una specie di vaccino contro i rischi di sofferenza sentimentale; ma a parte questo, io farei un'altra considerazione. 
Vedo proliferare un po' ovunque, corredata da relativi percorsi di verifica, test e sondaggi, quest'idea dell'anima gemella che trovo deleteria. Deleteria perché è bello innamorarsi di anime differenti da noi e magari semplicemente abbastanza affini nella sensibilità; perché è bello scambiare idee con chi, poniamo, ha studiato cose diverse dalle nostre, ma ama, magari, molti film o dipinti che amiamo anche noi. Perché è importante, soprattutto, anche incuriosirsi per il contrasto nella sintonia e non averne paura e così farsi sorprendere e stupire scoprendo la sintonia nel contrasto. A volte, poi, è necessario anche un po' di litigio per andare avanti su basi profonde di comprensione, e non la ricerca di melliflue e superficiali recite a soggetto. 

Camille Claudel, La valse, 1890

Non esiste il rapporto perfetto e inseguirlo è una delle caratteristiche principali del narcisismo malato. E porta infelicità, moltissima; e fallimenti a catena nelle relazioni.
E molto meglio incontrarsi di notte e di nascosto (parlo per metafora) e senza che nessuno ci faccia il test di gemellarità; ed è importante che ci sia qualche ostacolo a separarci, cioè a misurare la forza della nostra passione; e serve anche qualche incomprensione, strada facendo, per capire, poi, che valeva la pena di attraversarla. 

Ambrogio Antonio Alciati, Il convegno, 1918
Leggendo l'articolo io riesco a pensare solo che si ha sempre più paura dei sentimenti e delle passioni. Ma se è così come si fa a praticare ancora l'arte della gioia?

9 commenti:

  1. Quanta ragione tu hai, Antonella!

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  2. Non esiste LA persona perfetta (quella alla quale, poveretta, vorremmo affibbiare il compito gravoso e noioso di completarci) perché in realtà sono tante le persone che potenzialmente possiamo incrociare nel corso della vita e con cui è possibile star bene, con semplicità. La cosa bella bella dell'amore è che a un certo punto ti fermi e ti viene voglia di condividere con una persona tutto ciò che sei - ma vai a sapere perché questo desiderio si scatena proprio quando sei insieme a X e non a Y... in fondo serve davvero saperlo?

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  3. Immagino che tu sia consapevole, Pino, del fatto che che siamo in minoranza nel pensarla così e lo saremo smepre di più. :)

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  4. Non serve saperlo, Elena, è verissimo, ma solo se si mette al primo posto la gioia di amare e di essere amati. Chi invece mette al primo posto la sicurezza pensa che sia molto importante saperlo, anche quando teorizza il contrario. Questa è un'epoca di consumo dei sentimenti, d'altra parte...

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  5. ...effettivamente, ripensandoci, è proprio da compatire chiunque abbia il gravoso compito di completare qualcuno...!

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  6. È ovvio che non esistono algoritmi siffatti. Ed è altrettando ovvio, come dice Elena, che non esiste LA persona perfetta. Semplicemente può accadere, come ha affermato Elena, che per qualche sorta di magia (non cercata con nessun algoritmo o con nessuna tecnica) tu trovi una persona X con cui condividere tutto te stesso. Quando ciò accade se ANCHE quella persona si trova bene con te e si apre completamente a te allora la magia è completa. Se ciò invece non accade bisogna avere il coraggio di ammetterlo e la forza di lasciare andare quella persona X per la sua strada. Penso che liberare l'altro sia il più bel gesto d'amore che si possa fare. E poi talvolta si è addirittura ricompensati per questo gesto perché magari si può assistere al fatto che X, lasciato libero, trovi veramente un altro Y con cui si apre vicendevolmente e vedere X e Y insieme e felici è la più bella soddisfazione che si possa avere.

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  7. Sono completamente d’accordo sul saper lasciare andare. Non ho mai creduto, infatti, agli amori monodirezionali e ritengo che l’amore sia reciprocità. Però il mio ragionamento era un altro e riguardava l’esistenza o meno dell’anima gemella, cioè del rapporto di comprensione perfetta. Personalmente propendo per l’idea che esistano persone più o meno adatte a stare bene insieme, ma non mi piace il concetto di anima gemella che implica omologazione e ricerca di comprensione totale tra due persone. Cosa irrealizzabile e forse anche non desiderabile. Si è in larga parte sconosciuti a se stessi, figurarsi a un altro! E poi, se esiste un diritto a essere compresi, è altrettanto importante il diritto opposto di non esserlo, di poter cambiare nel tempo. Cioè: è bello pensare che l’altro sia sempre disponibile a lasciarsi sorprendere invece che sicuro di conoscerti e in grado di definirti del tutto imprigionandoti in quella definizione stessa.

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  8. Articolo molto interessante, e le foto che hai inserito fantastiche!

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  9. L'amore non ha calcoli matematici e viene come un fulmine a ciel sereno.
    Rinnovo il mio augurio di serene feste.

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