sabato 16 giugno 2018

Sport mentali

Fenicottero cagliaritano - maggio 2018
Vedi qualcosa di inusuale e per contrasto ti ricordi ciò che è familiare
Sono pigra per la palestra. Non sono facile a piegarmi ai doveri che non trovano un'eco in un impulso spontaneo proprio mio di me.

Fenicottero a passo danzante - maggio 2018
Cammino molto, ballerei volentieri all'infinito seguendo un ritmo musicale, ma la palestra fine a se stessa la trovo dura. Questo per il corpo. E la mente? Sono convinta che esistano palestre anche per la mente, ma analogamente a ciò che mi caratterizza per il corpo ho bisogno di creare da sola attività ed esercizi.


Maggio 2018
Prendiamo l'amarezza, la delusione, i sentimenti negativi. Prima li lascio entrare dentro di me, anzi, a volte li dilato. Li dilato, sì, e li ricamo di immagini, di ricordi di suoni o parole, amplifico il dolore, lo rinnovo, mi dispero, mi compiango, me la prendo con me stessa.



E' una specie di esplosione che lascia morti e feriti sul campo e rovine. Poi mi fermo, guardo le macerie, sento il cuore che torna a battere regolarmente e non più come avessi un cannone nel petto e comincio lo sport mentale del cacciare via.

Maggio 2018
Sembrerà stupido: prima fai entrare i nemici, poi li cacci. Non credo, però. Credo che il negativo non si possa saltare a pie' pari con facili tecniche miracolistiche, ma che sia necessario avvolgersene o guardarlo negli occhi per bene, assaporarlo, affrontarlo, sfidarlo.


Distesa di ulivi a Montecatini Val di Cecina - 2014

Il benessere mentale presuppone l'attraversamento delle tempeste, non la fuga codarda. E anche  - presuppone - il coraggio di guardare negli occhi nostalgie e tristezza per le cose perdute. 


Stesso paese, stessa data, ulivo singolo, un po' più in là
Le parole che ho appena scritto sono state dettate dal fatto che ho trovato un paio di piccole foglioline di ulivo in un cassetto, tra orecchini, nastri e altri aggeggi da donne. Lanceolate, ma secche, non più di quel verde argenteo che conosco così bene.

Da adolescente mi piaceva guardarli dall'alto, seduta e con un libro in mano.  Abbandonavo la pagina, ogni tanto, per il brillare delle loro foglie.
Gli ultimi anni sono stati costellati di molte perdite e forse per questo la
 commozione può assalirmi all'improvviso anche solo per un’associazione di idee quasi sempre legate a un odore che arriva da una finestra aperta, mentre passeggio con la testa a tutt'altro. Mi ritrovo catapultata in un altro tempo e spazio, tra gioia e tristezza così intrecciate che non so distinguere se il cuore batte forte per paura o per trepidazione. La stessa cosa, una sorta di precipitazione del tempo, può accadere se mi ritrovo inaspettato tra le mani un oggetto che testimonia una piccola storia personale e fa risuonare voci scomparse e rumori non più familiari.


Ulivi e neve che si scioglie - 2013
Quelle foglioline provengono da una qualche domenica delle palme, chissà di quale anno. La domenica delle palme, anche se non sono credente, mi evoca ricordi cari di ogni genere. Penso ai nonni e a mia madre, che appendevano nelle stanze piccoli rametti di ulivo perché portassero pace e serenità.


Le rose della mia mamma - 2013
La mia mamma ha continuato negli anni a regalarmi un rametto piccolo piccolo di ulivo della domenica delle palme da portare via, nella speranza che non si sa per quale miracolo generasse una conversione.


Ancora loro - 2013
Mi piacciono gli ulivi, resterei estasiata per ore a guardare i loro tronchi contorti, le loro foglie cangianti di colore con la luce, a volte quasi d'argento. E' impossibile per me pensare ai paesaggi che facevano da cornice alla mia infanzia e all'adolescenza senza che mi vengano in mente gli ulivi.


Il paese, ma non tutto, e gli ulivi; un po' fuori, ma non troppo.
Penso, inevitabilmente, a quelli che da tanti mesi non saluto, in un paese nel quale non c'è più nessuno a spiare l'arrivo della mia auto che arranca sulla strada contorta e in salita e, certo, mi viene anche da piangere.


Conchiglie in cucina, casa precedente - 2012
Cerco di non fuggire, però, di ascoltare la mia commozione. Serve. Lo sport mentale, allora, diventa efficace e puoi cominciare a cacciare i pensieri parassitari, i ricordi che pretenderebbero di trasformarsi in un improbabile presente, le false immagini che ti eri costruito degli altri. Ma penso anche le gioie, il calore degli affetti, le amicizie che resistono al tempo.

Mi rilassa realizzare quadretti falso - antichi con cartoline, vecchie o nuove. Queste sono d'epoca (le cartoline) e riguardano il mio paese.
Si deve imparare a vivere nell'alternarsi di illusioni e possibili disillusioni, rischiando, quando serve, per non restare prigionieri di fantasmi di cose, di persone e di luoghi trasformando il passato nella nostra zavorra più pesante.


Come sopra, ma questa cartolina non è antica.



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