Se.
Quante volte questa piccola, insidiosa sillaba, ci ha tormentato, ripensando a
una qualche esperienza dolorosa o amara! Se avessi parlato, se avessi detto le
parole che sono rimaste sospese, allora, chissà.
Oppure, se non avessi parlato,
se avessi impedito alle parole che feriscono di uscire dalle mie labbra…E se
quella volta avessi perdonato, se avessi aperto la porta…
E se quell’altra volta
l’avessi chiusa, se non fossi uscita; e se fossi invece rimasta a casa; se
avessi scritto una lettera; se avessi telefonato… Ci tormentiamo, ci ripensiamo,
a volte anche a distanza di anni.
Se.
Succede
di sentirsi colpevoli anche quando è il destino che si è accanito su di noi con
crudeltà. Cerchiamo il piccolo gesto sbagliato, la parola di troppo o che è
mancata e attribuiamo a noi stessi un potere sulla nostra vita tanto più grande
di quello che abbiamo. E così ci viene in mente che potremmo trovare sollievo
nella punizione e ce la diamo da soli, attraverso la rinuncia alle gioie,
piccole o grandi, che potremmo ancora provare.
Un pugno rabbioso nel vetro della
finestra, la mano ferita, e poi il volto, il sangue, il dolore. Perché il
dolore fisico, a volte, serve proprio per scacciare quello molto più insopportabile
che viene da dentro, che ha la trasparenza del ghiaccio che tutto iberna e
conserva inalterato; il ghiaccio della non vita.
E’
un film molto bello, che ti regala un bisogno prepotente di silenzio e per
questo, forse, non riesco a scriverne più di così.
Non sono tanto le parole che ci lasciano una traccia intensa dentro, quanto le immagini, i volti, la smorfia delle labbra, l’abisso
dello sguardo soffuso di una tristezza senza consolazione possibile e l’immensa
distesa marina, indifferente come quella della neve; e poi la colonna sonora che
ibrida le musiche originali di Lesley Barber con quelle di Bob Dylan, di Ray Charles e di Haendel,
e ti fa uscire stranita nella notte tanto che ti pare di non riconoscere nemmeno, nel
rumore che ritma il tuo ritorno, l’eco dei tuoi passi sul ponte e poi nella
strada consueta.
Che musiche! Il tormento del "SE" , il fato, il destino, la volontà, quesititi infiniti che nascono dalla notte dei tempi.
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