lunedì 24 agosto 2015

Con occhi diversi

Le melegrane ci sono anche quest'anno nella casa di mio padre al mare
Mi piace scoprire posti nuovi, annusare odori e profumi di strade sconosciute, assaggiare cibi inconsueti. Mi piace l’imprevisto bello del viaggio, il luogo che ti fa innamorare e che scopri per caso, cercando quello che ti hanno raccomandato di non perdere.

E sotto c'è ancora il piccolo giardino dove sedere, leggere, mangiare
Ma quest’estate non mi sono spostata che pochi chilometri da casa. Però ogni tanto ho viaggiato in altro modo, in una specie di ricognizione della memoria su ciò che c’è ancora e ciò che qua e là non c’è più.

E ci sono ancora le tamerici, sul lungomare, che stimolano la mia insana passione per le foto in controluce.
Ho camminato da sola nelle strade che più familiari non si può, nei sentieri o tra i boschi dove i miei passi si ricalcano negli anni perché ci sono passata bambina, ragazza, donna, con mio figlio in carrozzina, poi nel marsupio, poi nel seggiolino della bici; ci sono passata con persone a cui voglio bene, con le amiche, con mia madre, con mio padre, con i miei nonni. Ci sono passata spesso anche da sola, con un libro sottobraccio, con la schiacciata di quel forno particolare, con la sigaretta, quando fumavo, con la macchina fotografica da quando ci sono quelle digitali che posso portare sempre con me nella borsa, e soprattutto con i miei pensieri più riposti.




C'è ancora la curva rotonda della spiaggia, in fondo al lungomare di asfalto.


E mi piace ancora aspettare proprio lì che i colori gialli e caldi trasfigurino lentamente nell'azzurro un po' rosato del crepuscolo.


Poi di solito mi piace lasciare l'asfalto e ritornare passando nel bosco che a volte sembra più dipinto che reale.

Marina di Cecina
Questo è ciò che si vede a sinistra, mentre a destra ci sono solo pini altissimi, che hanno un po' perso lo splendore di una volta. 

Marina di Cecina

Ormai le piante si ammalano di civiltà. Tra quelle che mi sono più familiari hanno cominciato i cipressi, poi i i pini, poi le palme e ora i castagni, in luoghi differenti della mia vita.

Marina di Cecina

Ci sono le panchine, le stesse, i giochini e le altalene. Però non c'è il trenino con la sua rotaia circolare e la sua breve galleria, gioia dei bambini di tante generazioni. C'è solo la stazione simulata, cioè la biglietteria. Prima ci siamo saliti noi; ridevamo facendo ciao con la manina, ma poi piangevamo quando ci dicevano che basta, no, i patti erano chiari, tre giri e si doveva scendere. E dopo ci abbiamo portato i nostri figli, su un trenino rinnovato, anche loro a fare ciao ridenti con le manine, e poi a piangere per i patti che non volevano più rispettare. Forse noi, genitori più rilassati dei nostri, promettevamo loro cinque giri invece di tre, ma il risultato non cambiava affatto. Non volevano scendere.

Montecatini Val di Cecina, Vicolo de' Crognoli.
Discesa alternativa dalla parte alta e più vecchia del paese
Fra il mare e la collina forse il punto di congiunzione è sempre stato l'elicriso, perché lo trovavo in entrambi i posti e fin da bambina ne raccoglievo foglie da strusciare sulle mani perché volevo che la mia pelle assorbisse quel profumo così sensuale. Ho ancora l'abitudine di staccarne piccoli rametti da mettere in borsa e mi piacciono le sue foglie verde timido e i suoi fiori colore dell'oro, fatti a raggiera come il sole.


Le antiche pietre le riconosco quasi una a una, nonostante i restauri. La selagite, che la pietra caratteristica, veniva anche importata da qui alle vicine città.


Ci sono ancora le canne e i paesaggi bruni e gialli.


La parietaria officinalis cresce ovunque come un tempo. Noi la chiamavamo "piccichella", da bambini, per l'appiccicosità delle sue foglioline con le quali ricamavamo i vestiti nostri o delle bambole.


Da sempre i mici, qui, girovagano liberamente. Per godersi il tepore dei muretti, quando la sera raffresca, si fanno immobili e ci sorvegliano dall'alto, statuari e  quasi scolpiti anche loro nella pietra.


Come questo, al quale mi avvicino per fotografarlo meglio.


Un gatto di città sarebbe già fuggito, ma lui (o lei) lascia fare.


Anzi, fa di più, sembra quasi mettersi in posa.


E guarda dritto negli occhi mentre gli (o le) parlo, come faccio spesso quando incontro un cane o un gatto e a volte anche se mi imbatto in un piccione o in un passerotto che cerca le briciole di patatine dell'aperitivo . 




La torre dei Belforti è ancora qui dal quattordicesimo secolo. Non ci sono mai stati soldi pubblici per restaurarla. Quando ero bambina versava in stato di completo degrado e c'erano persino delle galline a razzolare dentro. Era pericoloso avvicinarsi troppo e ce lo proibivano, ma siccome in un paese i bambini sono molto meno controllati e si fa a fidarsi, noi ci andavamo lo stesso. Anzi, proprio perché proibito questo era uno dei luoghi preferiti per giocare. Ora è proprietà privata e solo così è stato possibile che venisse restaurata e resa disponibile, in certi giorni dell'anno, alle visite.


I ricordi non collimano del tutto con il presente. In particolare mancano le voci, cioè non c'è più la gran parte delle persone che abitavano questa parte del paese, la più alta e la più antica.



Questa torricella,  invece, non è tanto alta come appare fotografandola così, da sotto, ma certo, ingigantendola artificialmente grazie all'inganno percettivo, mi sembra di averla resa più simile ai miei ricordi di bambina.


Capisco meglio, passeggiando, da dove nasce il mio amore immutabile per i toni caldi del giallo e dell'arancio, in tutte le loro sfumature.









Ma si è fatto tardi. E' ora di andare.



5 commenti:

  1. Diversamente da come credevo un tempo, ripercorrere luoghi già conosciuti o noti è un esercizio bellissimo per l'anima. I colori delle stagioni,del tempo e dei nostri stati d'animo ci fanno scorgere ogni volta scenari celati fin ad allora.
    Questo mi evoca la tua rivisitazione!

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  2. Luoghi molto noti e consueti anche per me... che ci si sia mai incontrate senza vedersi, qualche volta ? (scusa per l'intreccio del congiuntivo che mi fa spesso dei dispetti)

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    1. Vado al mare a Cecina - nel senso che i miei genitori ci andavano e ci portavano lì e ancora c'è una piccola casa di mio padre a Marina - praticamente dalla nascita. L'altra metà di foto si riferisce al mio paese, quello nel quale sono cresciuta e dove ancora abita mio padre. E' così piccolo che se ci sei passata quando c'ero anch'io ci siamo di sicuro incontrate. :)

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