Si afferma in un articolo de Il Mattino che qualcuno avrebbe scoperto un algoritmo per riconoscere la nostra anima gemella.
E' una ridicola pretesa quella di trovare algoritmi per tutto ed è grottesca la ricerca ossessiva e impossibile di sicurezza assoluta, che in questo caso si traduce in una specie di vaccino contro i rischi di sofferenza sentimentale; ma a parte questo, io farei un'altra considerazione.
Vedo proliferare un po' ovunque, corredata da relativi percorsi di verifica, test e sondaggi, quest'idea dell'anima gemella che trovo deleteria. Deleteria perché è bello innamorarsi di anime differenti da noi e magari semplicemente abbastanza affini nella sensibilità; perché è bello scambiare idee con chi, poniamo, ha studiato cose diverse dalle nostre, ma ama, magari, molti film o dipinti che amiamo anche noi. Perché è importante, soprattutto, anche incuriosirsi per il contrasto nella sintonia e non averne paura e così farsi sorprendere e stupire scoprendo la sintonia nel contrasto. A volte, poi, è necessario anche un po' di litigio per andare avanti su basi profonde di comprensione, e non la ricerca di melliflue e superficiali recite a soggetto.
Camille Claudel, La valse, 1890 |
Non esiste il rapporto perfetto e inseguirlo è una delle caratteristiche principali del narcisismo malato. E porta infelicità, moltissima; e fallimenti a catena nelle relazioni.
E molto meglio incontrarsi di notte e di nascosto (parlo per metafora) e senza che nessuno ci faccia il test di gemellarità; ed è importante che ci sia qualche ostacolo a separarci, cioè a misurare la forza della nostra passione; e serve anche qualche incomprensione, strada facendo, per capire, poi, che valeva la pena di attraversarla.
Ambrogio Antonio Alciati, Il convegno, 1918 |
Leggendo l'articolo io riesco a pensare solo che si ha sempre più paura dei sentimenti e delle passioni. Ma se è così come si fa a praticare ancora l'arte della gioia?
Quanta ragione tu hai, Antonella!
RispondiEliminaNon esiste LA persona perfetta (quella alla quale, poveretta, vorremmo affibbiare il compito gravoso e noioso di completarci) perché in realtà sono tante le persone che potenzialmente possiamo incrociare nel corso della vita e con cui è possibile star bene, con semplicità. La cosa bella bella dell'amore è che a un certo punto ti fermi e ti viene voglia di condividere con una persona tutto ciò che sei - ma vai a sapere perché questo desiderio si scatena proprio quando sei insieme a X e non a Y... in fondo serve davvero saperlo?
RispondiEliminaImmagino che tu sia consapevole, Pino, del fatto che che siamo in minoranza nel pensarla così e lo saremo smepre di più. :)
RispondiEliminaNon serve saperlo, Elena, è verissimo, ma solo se si mette al primo posto la gioia di amare e di essere amati. Chi invece mette al primo posto la sicurezza pensa che sia molto importante saperlo, anche quando teorizza il contrario. Questa è un'epoca di consumo dei sentimenti, d'altra parte...
RispondiElimina...effettivamente, ripensandoci, è proprio da compatire chiunque abbia il gravoso compito di completare qualcuno...!
RispondiEliminaÈ ovvio che non esistono algoritmi siffatti. Ed è altrettando ovvio, come dice Elena, che non esiste LA persona perfetta. Semplicemente può accadere, come ha affermato Elena, che per qualche sorta di magia (non cercata con nessun algoritmo o con nessuna tecnica) tu trovi una persona X con cui condividere tutto te stesso. Quando ciò accade se ANCHE quella persona si trova bene con te e si apre completamente a te allora la magia è completa. Se ciò invece non accade bisogna avere il coraggio di ammetterlo e la forza di lasciare andare quella persona X per la sua strada. Penso che liberare l'altro sia il più bel gesto d'amore che si possa fare. E poi talvolta si è addirittura ricompensati per questo gesto perché magari si può assistere al fatto che X, lasciato libero, trovi veramente un altro Y con cui si apre vicendevolmente e vedere X e Y insieme e felici è la più bella soddisfazione che si possa avere.
RispondiEliminaSono completamente d’accordo sul saper lasciare andare. Non ho mai creduto, infatti, agli amori monodirezionali e ritengo che l’amore sia reciprocità. Però il mio ragionamento era un altro e riguardava l’esistenza o meno dell’anima gemella, cioè del rapporto di comprensione perfetta. Personalmente propendo per l’idea che esistano persone più o meno adatte a stare bene insieme, ma non mi piace il concetto di anima gemella che implica omologazione e ricerca di comprensione totale tra due persone. Cosa irrealizzabile e forse anche non desiderabile. Si è in larga parte sconosciuti a se stessi, figurarsi a un altro! E poi, se esiste un diritto a essere compresi, è altrettanto importante il diritto opposto di non esserlo, di poter cambiare nel tempo. Cioè: è bello pensare che l’altro sia sempre disponibile a lasciarsi sorprendere invece che sicuro di conoscerti e in grado di definirti del tutto imprigionandoti in quella definizione stessa.
RispondiEliminaArticolo molto interessante, e le foto che hai inserito fantastiche!
RispondiEliminaL'amore non ha calcoli matematici e viene come un fulmine a ciel sereno.
RispondiEliminaRinnovo il mio augurio di serene feste.