Un gran freddo nel rientrare che ti fa serrare le mani in tasca e abbassare gli occhi.
La luce arancione e calda sul pavimento del loggiato, nella città che non è la tua, ma che ormai ti è familiare come se un po' lo fosse, sembra quasi una carezza.
Poi il tepore della stanza, il cono di luce dell’abat-jour, le ombre strane sul soffitto, il gesto lento di togliere il segnalibro, di appoggiarlo sul comodino e cominciare a leggere.
Mi capita molte volte di provare un sentimento come di gratitudine per le piccole gioie.
Sarà per questo che fotografo anche quello a cui spesso non si fa caso e a che invece a me, in certi momenti, sembra bello come un'opera d'arte.
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